Era nato in un piccolo villaggio e aveva passato tutta la sua vita tra una sponda e l’altra del grande fiume e come suo padre prima di lui, aveva trasportato merci e viaggiatori per destinazioni ignote. Da sempre la sua barca scivolava silenziosa sul fiume placido, quasi a sottolineare l’immobilità della sua vita.
Ma il cuore di Hassan era gonfio
di inquietudine per quella vita che il destino gli aveva riservato: il fiume,
le due rive opposte, due sole direzioni verso cui andare in un viaggio infinito
che non lo avrebbe mai condotto in nessun luogo. Hassan sentiva che ci doveva
essere qualcosa oltre alla sabbia e al grande fiume, qualcosa che non riusciva ad
immaginare ma, che nell'entusiasmo della suo gioventù, sapeva essere bellissimo
e affascinante. Così una sera con più amarezza di sempre lasciò l’ormeggio del
piccolo molo e condusse la sua feluca sul filo della corrente verso un destino
ignoto che però lo chiamava con parole seducenti.
E Hassan percorse il grande fiume
e vide scorrere, nel suo lento viaggio, città bellissime, templi dalle mille
colonne e gigantesche costruzioni la cui sommità sembrava raggiungere il cielo.
Si accorse che mano a mano che procedeva nel suo viaggio il fiume diventava sempre più largo, fino a che, nella luce incerta di un’aurora diversa da tutte le altre, lo vide per la prima volta.
Si accorse che mano a mano che procedeva nel suo viaggio il fiume diventava sempre più largo, fino a che, nella luce incerta di un’aurora diversa da tutte le altre, lo vide per la prima volta.
Il mare, l’oceano mare, infinito
sopra ogni cosa che si perdeva in tutte le direzioni, bellissimo e seducente
come un sogno eppure terribile come il peggiore degli incubi.
La mente gli disse di invertire
la rotta e tornare verso casa, ma il cuore ascoltava parole diverse: “Vieni
Hassan, vieni e vedrai cose bellissime e terribili, cose che non hai mai
nemmeno immaginato, cose per le quali vale la pena di vivere ma anche morire”. “Vieni
Hassan, vieni e vedrai…. vieni oltre a dove il tuo sguardo arriva”.
Alla vista di quel mare
sconfinato Hassan fu assalito da una paura che mai aveva provato nella sua
vita, cosa ci faceva così lontano da casa di fronte a un orizzonte che sembrava
non avere mai fine e nella cui immensità avrebbe finito per perdersi, ma la sua
esitazione fu di breve durata e afferrato il timone rivolse la prua della
piccola barca verso l'orizzonte infinito per arrivare finalmente a vedere.
E Hassan, per la prima volta in
vita sua, vide:
Vide la rabbia dei pescatori che con le loro le barche vuote tornavano a terra nella disperazione di un bellissimo tramonto.
Vide i bambini giocare e li sentì
ridere con l’innocenza dei loro pochi anni, senza che presagissero ancora la
sconfitta ineluttabile che la vita gli avrebbe riservato.
Vide i templi degli uomini innalzati
agli dei diventare l’umiliante oggetto di un tragico rituale fatto di foto di
gruppo al sole di un pallido tramonto.
Vide uomini e animali accomunati per
una volta dalla loro solitudine.
Vide albe rosso sangue dove terribili
guerrieri, trasformati improvvisamente in naufraghi, chiamavano la mamma mentre
la vita gli scivolava via con l'ultimo respiro.
Questa è la storia di Hassan, il
bambino a cui due sole direzioni non bastavano e che decise di diventare un
marinaio per riuscire a vedere oltre a dove lo sguardo arrivava.
Se vedete una vela bianca
all'orizzonte fermatevi, e nel respiro del vento potrete ascoltare le storie di
Hassan e vedere il mare con i suoi occhi.