31 dicembre 2013

Sogni


Se ne restava lì, a pensare a tutto quello che avrebbe potuto fare nella sua vita, a tutto quello che avrebbe voluto fare. Era lì. Su quella nave, ad aspettare l’alba. L’inizio di una nuova giornata. Si passava fra le dita una lucina spenta. Tutto intorno a lui era blu e rosso. I pensieri oscuri gli bloccavano ogni movimento. Non sapeva cosa sarebbe cambiato nel paese delle occasioni, il paese delle possibilità: l’America. Non avrebbe mai pensato di abbandonare la famiglia e gli amici. Ma ora era davvero su quella nave, era veramente a qualche chilometro dalla costa della Florida.


Era un cuoco, adorava cucinare e organizzare feste per tutti. - Mario… ce la stai per fare… - sussurrò al dolce vento che tirava alle sue spalle. La felicità e il timore. Il vento cominciò a soffiare più forte, così forte che dovette entrare all’interno per non rischiare di cadere in mare. - Mi scusi, c’è qualcosa che non va? - chiese a un signore che all’apparenza sembrava far parte dell’equipaggio. – No, è solo un po’ di vento, è normale qui in Florida. – rispose quello sorridente. Ma, ad un tratto, il boato di un’esplosione fece trasalire tutti i presenti. Nel silenzio che seguì si udì perfettamente un urlo atroce, disumano. - Che è successo? - domandò una donna incinta dai capelli d’oro e le labbra rosse, quasi la personificazione di Cenerentola della favola della Disney. - Signorina stia a sedere, è tutto sotto controllo - cercò di rassicurarla l’uomo dell’equipaggio. Poi, improvviso, un altro urlo, questa volta proveniente dall’enorme sala con la moquette verde. - Che sta succedendo? – si domandò Mario dirigendosi verso il punto da dove era partito l’urlo. Un’altra donna, con un vestito a fiori anni ‘50 piegata sul pavimento, della sala deserta, piangeva vicino a una delle tante finestre. Ma questa era diversa: il vetro era solcato da una ragnatela di incrinature ed era chiazzato, in più punti, da macchie di color porpora, come il sangue. - Signora si sente bene? Che è successo? - domandò l’uomo dell’equipaggio. - Era… Ho visto qualcosa volare in aria e.. E poi, improvvisamente, sbattere contro la vetrata! - Gli sguardi di tutte le persone nella sala erano indirizzati verso la vetrata quando, d’improvviso, un boato squarciò il silenzio, e tutto, nella sala, prese a danzare nell’aria: frammenti di vetro, arredi, quasi come se non avessero più massa. I presenti non ebbero tempo di pensare, quando, uno alla volta iniziarono a volare; fuori tutto era diventato improvvisamente grigio, le nuvole erano adesso dense e paurose. Vennero portati in alto con movimenti circolari e costanti, così in alto da pensare di essere morti e di essere arrivati alle porte del Paradiso. Poi i corpi cominciarono a ruotare vorticosamente. Le gambe cominciarono a gelarsi per l’abbassamento della temperatura. Mario vide allora dove si trovava: un’enorme cono con pareti fatte di nubi scure, illuminato a tratti da bagliori accecanti; all’interno tutto, perfino la nave, era sospeso e ruotava vorticosamente. Mario fu assalito da un terrore incontrollabile e cercava disperatamente qualcuno vicino a lui, ma tutti erano distanti. Chiuse le palpebre per pochi, infiniti istanti.

Una scossa lo fece rabbrividire. Il cuore saltò un battito. Spalancò improvvisamente gli occhi, spaventato.
- Signore non è consigliabile toccare queste vecchie luci, si rischia di prendere la scossa. - Mario era di nuovo sulla nave. Su quell’ammasso di ferro. Tutto era tornato normale, era stato solo un brutto sogno. Tranquillizzato, si mise a sedere vicino alla ringhiera bianca e arrugginita. Guardò in alto e vide una vecchia bandiera americana, era logora e strappata. ma si distinguevano ancora le 48 stelle bianche su sfondo blu. Sarebbero però dovute essere 50, quella bandiera era stata fatta tra il 1912 e il 1959. Passò un bambino, che canticchiava una vecchia canzone della Disney: - Il sogno realtà… diverrà… -
In quell’istante capì, ma era troppo tardi.



Un grazie di cuore all'amica Rachele Soares per avermi permesso di condividere il suo racconto.