8 gennaio 2014

L'ombrellone


Sollevò lo sguardo e si ritrovò a fissare, nel riverbero della luce del sole, la linea dell’orizzonte.
- L’orizzonte: linea di separazione tra cielo e mare perfettamente orizzontale….. –
- Anche questa volta mi hai fregato! – Pensasti, immediatamente dopo, reprimendo un moto di stizza. – Non c’è niente di orizzontale, non è nemmeno una retta ma un arco di cerchio la cui visione limitata crea l’illusione di una linea orizzontale. – Non sei tipo da credere alle illusioni, anche se questa volta ti avrebbe fatto piacere. – Dopo tutti questi anni non sono ancora riuscito a dimostrare che avevi torto, eppure prima o poi ci riuscirò.-


Chiudi gli occhi e ritorni indietro con la memoria, all'origine di quella che con il tempo è diventata per te una specie di ossessione.
Ti sei appena laureato in ingegneria navale, coronamento di un sogno frutto della tua passione per il mare, e sei in vacanza su una piccola isola; hai scelto con cura il posto: poca gente, sole e mare per dimenticarti delle innumerevoli ore passate a studiare. Mentre sei sdraiato al sole pensi al contratto che hai firmato prima della tua partenza: progettista per un importante cantiere che vende navi in tutto il mondo. – Disegnerò navi, finalmente le mie idee solcheranno i mari come mai nessuna costruzione prima d’ora. -
Mentre la tua fantasia ti fa navigare su mari di gloria intravedi, con la coda dell’occhio, un pescatore intento a lavorare sulla sua barca rovesciata sulla spiaggia. Incuriosito dal suo lavoro continui a guardarlo fino a che decidi di avvicinarti per dargli qualche suggerimento.

 - Salve – Se procede nella direzione opposta, sarà più facile chiudere quel comento senza dover forzare le tavole del fasciame vicine. – Fai sfoggio di termini tecnici per rendere inequivocabile il fatto che sei del mestiere, poi, quasi per giustificarti dici: sono ingegnere navale e ho competenza di queste cose.
- Ingegnere navale…. – dice il pescatore che ha interrotto il suo lavoro e ti guarda con curiosità.
- Si, ecco…, voglio disegnare navi, grandi navi veloci e sicure, come non se ne sono mai viste. –
- Veloci e sicure….. - risponde il pescatore, guardandoti inespressivo, poi improvvisamente sul suo volto si disegna un sorriso appena accennato e, con quella espressione, ti si avvicina. 

Si guarda intorno e con l’aria di chi la sa lunga e ti domanda a bruciapelo: “e come dovrebbero essere fatte queste navi veloci e sicure?”. – In armonia con la natura – rispondi senza esitazione – devono essere le onde a disegnare il profilo della carena, solo così potrà essere in armonia con il liquido che la circonda. –

- Ma la natura non fa angoli a novanta gradi…. – Ribatte il pescatore diventato improvvisamente serio.

Non sai come replicare e pensando che non valga la pena di continuare la conversazione te ne vai senza nemmeno salutare, ma mentre ti allontani senti i suoi occhi fissi su di te.


Sono passati molti anni da quel giorno, hai disegnato infinite navi e infiniti angoli a novanta gradi, tanto più preciso era l’angolo e tanto più cresceva la tua fama di progettista, ma, tutte le volte, sapevi che al tuo progetto mancava sempre qualcosa per arrivare alla vera armonia e inesorabile sentivi riecheggiare in testa la frase del vecchio pescatore: “…la natura non fa angoli a novanta gradi….”
Con la testa piena di ricordi abbassi gli occhi e vedi l’ambra disegnata dall'ombrellone sulla sabbia, e, improvvisamente, dopo tanti anni ti è tutto chiaro: - l’ombra….non uno ma addirittura due….ti ho fregato, adesso so che avevi torto: “anche la natura disegna angoli a novanta gradi”. –


Con la testa piena di emozioni ti alzi e te ne vai, raggiungi il porto, sali sulla tua barca, la prima che hai disegnato, molli gli ormeggi e ti allontani in direzione del mare aperto.
Hanno trovato, qualche giorno dopo, “Novanta gradi”, la tua barca, alla deriva; a bordo tutto era in perfetto ordine: i motori spenti, gli invertitori in folle, il timone al centro, le cime di ormeggio perfettamente raccolte, quasi come fosse all'ormeggio, ma tu non eri a bordo. Nessuno riesce a capire cosa sia accaduto, e l’inchiesta conclude, sbrigativamente, che durante la navigazione, in solitario, sei caduto in mare e sei affogato.


Eri diventato famoso e la commozione e i discorsi di profondo cordoglio si sprecano, ma su una piccola isola un pescatore sorride perché adesso sa che finalmente, anche tu, hai trovato il tuo posto in armonia con la natura.