31 dicembre 2018

Hassan il marinaio


Era nato in un piccolo villaggio e aveva passato tutta la sua vita tra una sponda e l’altra del grande fiume e come suo padre prima di lui, aveva trasportato merci e viaggiatori per destinazioni ignote. Da sempre la sua barca scivolava silenziosa sul fiume placido, quasi a sottolineare l’immobilità della sua vita.


Ma il cuore di Hassan era gonfio di inquietudine per quella vita che il destino gli aveva riservato: il fiume, le due rive opposte, due sole direzioni verso cui andare in un viaggio infinito che non lo avrebbe mai condotto in nessun luogo. Hassan sentiva che ci doveva essere qualcosa oltre alla sabbia e al grande fiume, qualcosa che non riusciva ad immaginare ma, che nell'entusiasmo della suo gioventù, sapeva essere bellissimo e affascinante. Così una sera con più amarezza di sempre lasciò l’ormeggio del piccolo molo e condusse la sua feluca sul filo della corrente verso un destino ignoto che però lo chiamava con parole seducenti.

E Hassan percorse il grande fiume e vide scorrere, nel suo lento viaggio, città bellissime, templi dalle mille colonne e gigantesche costruzioni la cui sommità sembrava raggiungere il cielo. 



Si accorse che mano a mano che procedeva nel suo viaggio il fiume diventava sempre più largo, fino a che, nella luce incerta di un’aurora diversa da tutte le altre, lo vide per la prima volta.
Il mare, l’oceano mare, infinito sopra ogni cosa che si perdeva in tutte le direzioni, bellissimo e seducente come un sogno eppure terribile come il peggiore degli incubi.




La mente gli disse di invertire la rotta e tornare verso casa, ma il cuore ascoltava parole diverse: “Vieni Hassan, vieni e vedrai cose bellissime e terribili, cose che non hai mai nemmeno immaginato, cose per le quali vale la pena di vivere ma anche morire”. “Vieni Hassan, vieni e vedrai…. vieni oltre a dove il tuo sguardo arriva”.
Alla vista di quel mare sconfinato Hassan fu assalito da una paura che mai aveva provato nella sua vita, cosa ci faceva così lontano da casa di fronte a un orizzonte che sembrava non avere mai fine e nella cui immensità avrebbe finito per perdersi, ma la sua esitazione fu di breve durata e afferrato il timone rivolse la prua della piccola barca verso l'orizzonte infinito per arrivare finalmente a vedere.


E Hassan, per la prima volta in vita sua, vide:




Vide la rabbia dei pescatori che con le loro le barche vuote tornavano a terra nella disperazione di un bellissimo tramonto.







Vide l’odio degli uomini farsi pietra per costruire castelli e fortezze dalle cui orbite vuote spiare i propri simili in un eterno gioco senza vincitori.






Vide uomini che rincorrevano il sogno di diventare un giorno simili a delfini per far finalmente parte di un mare che gli aveva sempre rifiutati.






Vide il mare trasformarsi in amante instancabile e accarezzare la sabbia in un susseguirsi di onde.





Vide gli occhi degli innamorati ancora capaci di emozionarsi di fronte allo spettacolo di un tramonto.





Vide i bambini giocare e li sentì ridere con l’innocenza dei loro pochi anni, senza che presagissero ancora la sconfitta ineluttabile che la vita gli avrebbe riservato.





Vide i templi degli uomini innalzati agli dei diventare l’umiliante oggetto di un tragico rituale fatto di foto di gruppo al sole di un pallido tramonto.





Vide gigantesche costruzioni diventare polvere e la loro memoria cancellarsi per sempre.





Vide uomini e animali accomunati per una volta dalla loro solitudine.






Vide albe rosso sangue dove terribili guerrieri, trasformati improvvisamente in naufraghi, chiamavano la mamma mentre la vita gli scivolava via con l'ultimo respiro.


Questa è la storia di Hassan, il bambino a cui due sole direzioni non bastavano e che decise di diventare un marinaio per riuscire a vedere oltre a dove lo sguardo arrivava.



Se vedete una vela bianca all'orizzonte fermatevi, e nel respiro del vento potrete ascoltare le storie di Hassan e vedere il mare con i suoi occhi.